Recensione Grand Theft Auto: San Andreas

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 28/9/2009, 14:50     +1   -1
Avatar

Cursed Soul
B_MOVEDB_MOVEDB_MOVEDB_MOVEDB_MOVEDB_MOVEDB_MOVEDB_MOVEDB_MOVED

Group:
Founder Kyuubi
Posts:
10,056
Reputation:
+14

Status:


by Gamesrf




Vasto e pretenzioso, immane per concezione, sbalorditivo nel riprodurre fin nei minimi particolari tre città come Los Angeles, San Francisco e Las Vegas (rispettivamente Los Santos, San Fierro e Las Venturas), provare con mano l'ultimo pupillo di casa Rockstar equivale a schiantarsi a cento orari contro il muro della magnificenza ludica senza che si aprano gli airbag. Che botta! Perché la software house, stavolta più che mai, si è messa in testa di fare le cose in grande, montando su un prodotto che tranquillamente ha le carte in regola per diventare million seller e killer application in un sol colpo. Anzi, seguendo diligentemente i dettami delle nuova moda videoludica, sicuramente uno dei giochi più apprezzati di questa generazione sul monolite nero di casa Sony. Anche solo sfogliando la cartina di GTA: San Andreas ci si può fare una vaga idea dell'immensità del teatro messo in piedi dai programmatori Rockstar, abili nel creare un gioiello videoludico che, non accontentandosi di regalare la più grande libertà mai concessa a un videogiocatore, si diverte a intrecciare stili e generi videoludici riunendoli sotto lo stesso tetto.







Il concept alla base del titolo non è cambiato, è stato ampliato, ingigantito ed elevato a potenza. Ancora una volta, malgrado i più e più personaggi da cui recarsi per svolgere nuove missioni e nonostante la libertà concessa che sfocia presto e volentieri in divagazione non strettamente necessaria ai fini dell'avventura (ma indispensabile ai fini di una maggiore fruizione del prodotto), la trama e i suoi intrecci risultano plausibili e concatenati saldamente al proemio dell'avventura. CJ, il protagonista, ha una maggiore dose di personalità rispetto ai personaggi finora proposti nella serie, e anch'esso segue le linee guida che finora hanno decretato buona parte del successo del prodotto: la Rockstar non si fa scrupolo di abolire scene dalle tinte forti, o di tagliare dialoghi dal linguaggio colorito e volgare o immagini scurrili. Anzi, il bollino che troneggia in copertina e vieta l'uso del titolo ai minori di diciotto anni è un attestato di come dal punto di vista pedagogico San Andreas sia peggio di una settimana nel carcere di San Vittore. I dialoghi sono improntati su un'esauribile vivacità e volgarità che ben traduce la situazione dei bassifondi dove le varie gang dominano il territorio: tutto convince, dal plot narrativo fino alla caratterizzazione dei personaggi, fattori non di poco conto ma tasselli fondamentali del mosaico che ora andremo sommariamente a valutare, con la consapevolezza dell'impossibilità di sviscerarne ogni sua parte.
Dopo cinque anni passati a Liberty City, Carl Johnson ritorna alla sua città natale, Los Santos. Il quartiere è notevolmente cambiato: la sua gang non ha più l'importanza che rivestiva un tempo, i nemici delle bande avversarie si fanno sempre più forti e numerosi e, come se non bastasse, dovrete far luce sull'omicidio di vostra madre. Aggiungete che al vostro arrivo in città l'ufficiale Frank Tenpenny vi abbia accusato dell'omicidio di un collega - pur lasciandovi a piede libero - e che spesso vi verrà a trovare col collega Eddie Pulasky (i due agenti sono rispettivamente doppiati da Samuel L. Jackson e Chris Penn), e avrete un quadro della situazione che non promette nulla di buono. O almeno così crederete, perché ora un'immensa città vi aspetta. La storia viene narrata da filmati, peraltro in numero incommensurabile, realizzati col motore grafico del gioco, o da parti dialogate durante le varie corse in macchina o tramite cellulare. Il dipanarsi della trama segue le stesse metodologie narrative già apprezzate nei precedenti capitolo: recandosi dai vari amici o datori di lavoro, tra una missione e l'altra, assisteremo a delle scene che evolveranno la vicenda.

Il gameplay brilla per ingegno, vivacità, varietà, senza abusare degli stereotipi ludici facilmente identificabili nei prodotti di ultima generazione ma implementandoli attivamente. Trovate sfavillanti e svariati generi affollano l'ultima creatura di casa Rockstar, ma mentre alcuni nei passati capitoli erano estremamente fragili (componenti sparatutto o beat'em up), qua vengono ampliati e rinvigoriti grazie alla straordinaria maestria dei programmatori. E' indubbio che in San Andreas spesso e volentieri si senta l'eco di altri titoli blasonati, ma udirli in questo contesto non può far altro che piacere: la possibilità di modificare le auto è più che una flebile citazione da Need for Speed Underground, o ancora l'evoluzione fisica del personaggio riporta alla mente un titolo che i più non faticheranno ad indovinare. Il pregio di GTA: San Andreas non consiste nella scoperta di forme e generi nuovi, ma nella visione di insieme che offre, senza per questo scendere a compromessi sul livello qualitativo delle parti che lo compongono e anzi, imprimendo in queste uno spirito tutto nuovo.La prima novità importante ricalca in parte quanto visto recentemente in Fable e riguarda l'evoluzione del personaggio: egli potrà ingrassare o dimagrire, diventare più o meno muscoloso a seconda degli esercizi eseguiti in palestra; potrà essere vestito a nostro piacimento in una delle catene di negozi; avrà modo di cambiare look e pettinatura in uno dei tanti barbieri disseminati nella città o di tatuarsi il corpo. Mentre le ultime possibilità risultano meramente estetiche, le prime diventano importanti perché, la fisionomia del nostro paladino dell'ingiustizia, si traduce in una maggiore o minore prontezza atletica. Con venature da rpg, S.A. propone una serie di statistiche che aumentando pian piano renderanno CJ più forte nella lotta (con possibilità di apprendere stili diversi), nella guida o nelle sparatorie. Tra le altre novità potremmo citare la possibilità del nostro eroe di nuotare, di modificare le auto, di rispondere ai pedoni per strada, di recarsi in un fast food e mettere su qualche chilo di troppo o ancora di allenarsi in palestra. Ma non sono le piccole aggiunte in sé che stupiscono, quanto l'immensità delle possibilità che ci sono poste davanti agli occhi.







Erano queste le intenzioni dei programmatori che si riflettono in maniera tangibile durante l'esperienza di gioco: qualsiasi trovata è abilmente finalizzata alla resa di quella libertà che da sempre GTA garantisce, e che in questa puntata tocca vette vertiginose. San Andreas è immane, grande, immensa. Ma ancora più vaste sono le possibilità offerte al giocatore, a tal punto che GTA III e Vice City potrebbero apparire come due puntini rispetto all'infinito che ci si pone ora davanti. E guardare la mappa inclusa nella confezione del gioco, porta il nostro intelletto a concepire la smisuratezza della longevità di questo titolo. Sbalorditivo. SA si sviluppa quindi in lungo, in largo e in profondità, ma anche la quarta dimensione, il tempo, non è stata trascurata: spulciare a dovere un prodotto simile equivale a non spendere meno di centocinquanta ore di gioco, orologio alla mano. Basta uscire fuori di casa, aprire il garage e prendere un veicolo parcheggiato, per poi recarsi dove più ci pare, magari andare a fare scommesse o partecipare a corse clandestine, ma anche una partitella nel campetto di basket vicino o una visitina al negozio di armi. Ma a beneficiare di un ingigantimento non è stato solo il contorno, ma anche le missioni base, ora maggiormente diversificate e sicuramente più divertenti che nelle passate puntate. Alcune, non troppo avanti nell'avventura, meritano menzione, come quella dove a ritmo di musica dovrete far ballare la vostra auto o un'altra dove dovrete assaltare un treno e quindi, mentre sarà in corsa, lanciare le casse al vostro amico che vi seguirà in macchina.
Quello dei rythm games, o le sezioni stealth dove dovrete intrufolarvi silenziosamente in determinati punti, sono solo alcuni dei nuovi ingredienti inseriti nel grande minestrone. E' vero che se vivisezionato un prodotto come GTA verrebbe notevolmente ridimensionato, ma ribadiamo che è la visione d'insieme che colpisce. Le sparatorie non saranno mai tecnicamente ineccepibili come in Max Payne 2, la possibilità di truccare le auto mai così curata come in NFSU o le sezioni di natura stealth mai al livello di Pandora's Tomorrow. Eppure l'accozzaglia di situazioni che vengono mixate sapientemente, e il grado di libertà che GTA offre il giocatore, toccano vette di divertimento altissimo. Ed è questo che un titolo deve offrire: divertimento.

Graficamente San Andreas riesce a fare sforzi tali all'hardware PS2 che si può tranquillamente chiudere un occhio su qualche rallentamento nelle fasi più concitate di gioco o su qualche inevitabile problema di clipping. E' necessario però salire a cavallo di una roboante moto per rendersi conto di cotanto spettacolo: le enormi, lussuose ville che costellano la parte est della città, mentre spostandoci verso nord scompaiono nello specchietto e la verde campagna diventa una costante del paesaggio lascerebbero a bocca aperta chiunque, perfino lo spettatore agnostico. San Andreas è così: una continua sorpresa, un continuo susseguirsi di ambienti naturali diversi e di panorami da mozzare il fiato, una continua ricerca della perfezione architettonica e una cura per i particolari che ha del disumano, come il lavoro del monolite nero costretto a caricare continuamente in streaming durante i nostri pellegrinaggi nella città, pur di non assillarci con continui e lunghi caricamenti che spezzetterebbero l'azione di gioco. Anche l'aspetto sonoro è ancora curatissimo, con le varie radio che propongono a palla canzoni in pieno stile anni novanta (Depeche Mode, Guns n' Roses, Ozzy Osbourne, Rage Against The Machine, 2 Pac, Ice Cube e tanti tanti altri) e un doppiaggio davvero esemplare. Ma adesso bando agli indugi, San Andreas vi aspetta.


Se libertà deve essere, libertà sia. Ma dietro c'è molto di più: ancora una volta trovate sfavillanti e svariati generi affollano l'ultima creatura di casa Rockstar, ma mentre alcuni nei passati capitoli erano estremamente fragili (componenti sparatutto o beat'em up), qua vengono ampliati e rinvigoriti grazie alla straordinaria maestria dei programmatori, maestria dimostrata nel sapere mescolare sapientemente più generi, nel proporre un plot narrativo convincente o ancora un'incredibile caratterizzazione dei personaggi, ma prima di tutto montando su un teatro ludico di dimensioni smisurate. San Andreas è grande, grandissimo, immenso, sconfinato, come il grado di divertimento che riesce a regalare al giocatore. Nel firmamento videoludico la stella di GTA splende sempre più di luce propria e la line-up PS2 si arricchisce di una nuova killer application.

Pregi

•Immenso.
•Longevità alle stelle.
•Divertentissimo.
•In quale altro videogioco avete una simile libertà?
•Grandissimo doppiaggio e ottima colonna sonora.




Difetti

•Qualche sporadico rallentamento e qualche effetto di clipping.


voto: 9,5 :OK:
 
Web  Top
0 replies since 28/9/2009, 14:50   32 views
  Share