Tutti noi abbiamo una parte oscura, diversa, che pensa di compiere azioni che mai ci sogneremmo razionalmente di compiere. Possiamo cercare di combatterla, di distruggerla, ma non potremo mai sfuggire alla nostra Persona…
GIAPPO STYLE
Persona 4 (Shin Megami Tensei per gli esterofili) è un gioco di ruolo che gli esperti del settore rpg conosceranno sicuramente: già il terzo capitolo della serie ha avuto un buon successo sulla console Playstation 2. Questo gioco è probabilmente l’ ultima uscita degna di nota per la console Ps2 che vanta ormai tantissimi anni di onorato servizio ma poche nuove uscite. Il leit motiv rimane quello visto nei capitoli precedenti: una situazione scolastica nuova causata da un trasferimento da una grande città a un piccolo centro, dove oltre a fare amicizia con gli studenti della propria classe ci si trova a fronteggiare strani eventi del luogo.
Il protagonista del gioco nonché nostro Alter Ego si trasferisce per un anno a casa dello zio, Ryotaro Doujima ispettore della polizia locale. Siamo nell’ Aprile 2011 e per la prima ora e mezza di gioco almeno ci troveremo a dover ascoltare dialoghi e quindi a premere X di continuo. Se riuscirete a superare indenni questo “ benvenuto” ( gli appassionati del genere potrebbero addirittura gradire ) il gioco entrerà a pieno ritmo nel vivo dell’ azione. Verrete a scoprire dai vostri compagni di scuola che se si guarda il canale televisivo Midnight Chanel a mezzanotte in un giorno di pioggia viene mostrata una dimensione parallela, nel quale il protagonista del programma è destinato a morire. Il nostro protagonista ben presto si accorge di riuscire ad entrare in questa dimensione dove le ombre e la nebbia la fanno da padrone. Chi è il serial Killer che porta le persone nella dimensione parallela per poi ucciderle? Cosa sono le ombre? Perché le persone cambiano e muoiono dentro Midnight Chanel? Le risposte arrivenno piano piano e sarete voi a doverle trovare.
GAMEPLAY
Il gioco è a metà tra un social game e un gdr poiché si snoda tra due differenti momenti: quello delle relazioni sociali, dei momenti ricreativi dove sarà fondamentale incrementare tutte le relazioni sociali possibili e quello del dungeon ovvero i nove labirinti del canale Midnight Chanel. Il sistema di combattimento classico del genere e a differenza del terzo capitolo della saga potremo comandare totalmente o parzialmente anche le mosse dei nostri compagni di squadra. In Persona 3 invece ci si affidava alla loro discutibile intelligenza artificiale. La mossa più devastante che si può utilizzare in battaglia è utilizzare il proprio Persona (tipo i summon di final fantasy): ogni personaggio ha alcuni Persona, questi Persona vengono evocati in combattimento e sono migliorati e incrementati dalle molteplici relazioni sociali. Gli avversari inoltre hanno delle debolezze specifiche che devono essere assolutamente scoperte per portare a termine le battaglie più difficili senza doverle ripetere cento volte: a tal proposito in Persona 3 si aveva un’ abilità specifica dei personaggi chiamata “ scansione” che mostrava l’ elemento o la magia a cui l’ avversario era vulnerabile. In Persona 4 invece bisognerà rpocedere per tentativi. Se da una parte questa può essere una scelta discutibile, dall’ altra si ha la possibilità di tenere traccia della debolezza una volta scoperta tramite la pressione di un semplice tasto. I Persona si possono combinare tra di loro per crearne di più forti nella Velvet Room, una stanza dove un cartomante aziano e piuttosto inquietante ci guida nella parte più spirituale del gioco. L’ ambientazione a metà tra il sogno e la realtà, le tematiche adulte e notevoli connotazioni dark rendono questo gioco non adatto a un pubblico di bambini.
Un’ altra nota decisamente positiva è la profondità psicologica e la complessità emotiva che contraddistingue ogni personaggio: oltre al nostro alter ego ( il protagonista) ci saranno molti co- protagonisti che hanno ognuno una propria storia e un proprio passato, e rendono molto più profonda la caratterizzazione generale del game. Il gioco come abbiamo detto diventa davvero coinvolgente solo dopo le prime due ore di gioco, il che per alcuni versi può rappresentare un limite. Se in Persona 3 per entrare nel Doungeon bisognava aspettare la notte, in Persona 4 bisognerà invece tenere d’ occhio le previsioni del tempo: la nebbia sale dal mondo parallelo del Midnight Chanel solo quando finisce la pioggia: il che vuol dire che finchè il tempo è sereno potete salvare le eventuali pesona intrappolate lì dentro, quando invece pioverà e la nebbia salirà nel vostro mondo saliranno anche i cadaveri delle persone.
GRAFICA E SONORO
Dal punto di vista grafico il gioco è più che sufficiente, la grafica dei dialoghi è stile cartoon, mentre quella del gameplay è fluida e dettagliata ( si vede tutto lo zampino della Square in questo caso). L’ animazione dei Persona in battaglia è varia e colorata e vi infonderà un senso di appagamento dopo aver speso tantissimi punti magia per lanciare un colpo magico del genere. Come da tradizione Giapponese, tutte le espressioni dei personaggi sono accentuate al massimo tramite le icone sulla fronte.
Una lode al comparto audio: vario e interessante, creato come al solito dal compositore Shoji Meguro, realizzatore anche del comparto audio dei capitoli precedenti della serie Persona. In particolar modo la colonna sonora quando entrate nella Velvet Room si farà davvero epica e coinvolgente.
Il limite più evidente del gioco è la localizzazione nella nostra lingua: inesistente. Il gioco e i suoi relativi sottotitoli sono completamente in lingua inglese, il che vuol dire che se non siete pratici della lingua potete anche scordarvi di mettere le mani su questo gioco.
In sostanza gli studi Atlus e Square ENix ci regalano un ultimo grande gioco per i possessori di Playstation 2, che non potevano chiudere in modo migliore la loro avventura nei GDR. Un grande gioco che farà felici i fans della serie e anche qualche novizio.
Giudizio Finale
Giocabilità: 80 Una grande atmosfera e gameplay vario che renderà felici gli amanti del genere. Per i novizi potrebbe essere inizialmente ostico l’ approccio all’ interfaccia dei comandi.
Longevità: 85 Gioco lungo e complesso, assicura tantissime ore di intrattenimento
Grafica 80: Un ultimo regalo per gli amanti della Playstation 2, che spinge la grafica a livelli ottimali.
Sonoro 90: Il compositore Shoji Meguro fa la differenza anche in questo capitolo del gioco.
Voto finale: 85/100